http://europe-v-facebook.org/IT/it.html
gestito dallo studente austriaco che ha messo alle corde Facebook sulla dubbia gestione della Privacy.
16 novembre 2012
04 novembre 2012
La macchina sociale
L'azienda è una complessa macchina sociale.
Come una macchina, funziona solo se il serbatoio contiene carburante, se i singoli pezzi del motore sono quelli giusti e correttamente abbinati tra di loro. Il suo fuzionamento deve essere congruo in termini di uso di risorse. Inutili inserire 3 pistoni se vi sono solo 2 cilindri, inutile caricare 4 litri di carburante se il serbatoio ne contiene solo 3. Mon solo inutile: dannoso! E a lunghe termine mortale!
Ma questa macchina è in realtà un organismo complesso creato, gestito, composto da animali sociali che interagisce a sua volta come un animale sociale, non potendo fare a meno della "gente", dello stato, dei rapporti e delle relazioni. Prendendo, bene o male, dalla società e restituendo, in bene o in male, alla società.
Non è semplice, pertanto, esprimere giudizi su vicende come quella dei lavoratori FIAT tesserati FIOM e reintegrati dal giudice. Ha senso provare a rabboccare il serbatoio già pieno? Si possono trattare i lavoratori come mele nel cestino (mettine 9, togline 9?).
Servirà una serie riflessione sul concetto di impresa per rispondere in modo serio alle problematiche sollevate dalla vicenda.
Come una macchina, funziona solo se il serbatoio contiene carburante, se i singoli pezzi del motore sono quelli giusti e correttamente abbinati tra di loro. Il suo fuzionamento deve essere congruo in termini di uso di risorse. Inutili inserire 3 pistoni se vi sono solo 2 cilindri, inutile caricare 4 litri di carburante se il serbatoio ne contiene solo 3. Mon solo inutile: dannoso! E a lunghe termine mortale!
Ma questa macchina è in realtà un organismo complesso creato, gestito, composto da animali sociali che interagisce a sua volta come un animale sociale, non potendo fare a meno della "gente", dello stato, dei rapporti e delle relazioni. Prendendo, bene o male, dalla società e restituendo, in bene o in male, alla società.
Non è semplice, pertanto, esprimere giudizi su vicende come quella dei lavoratori FIAT tesserati FIOM e reintegrati dal giudice. Ha senso provare a rabboccare il serbatoio già pieno? Si possono trattare i lavoratori come mele nel cestino (mettine 9, togline 9?).
Servirà una serie riflessione sul concetto di impresa per rispondere in modo serio alle problematiche sollevate dalla vicenda.
17 settembre 2012
Le competenze invecchiano!
Riporto un interessante report CEDEFOP (L'agenzia europea per la formazione) relativo all'obsolesecenza delle competenze dei lavoratori, con qualche accenno di indicazioni su come ridurre tale obsolescenza.
Per il report cliccare qui.
Per il report cliccare qui.
28 maggio 2012
Pillola di RU
La gestione delle Risorse Umane in Francia è una scienza evoluta che si preoccupa di tutte le fasi del rapporto di lavoro: dalla scrittura del CV... all'assunzione, alla gestione del rapporto nei vari aspetti.
Posto qui un link ad un interessante articolo multimediale de l'Express che tratta del conflitto tra due persone in azienda.
Disponibile a parlarne più in dettaglio
Posto qui un link ad un interessante articolo multimediale de l'Express che tratta del conflitto tra due persone in azienda.
Disponibile a parlarne più in dettaglio
04 maggio 2012
17 febbraio 2012
Pensioni ritardate o Invecchiamento attivo?
Posto un testo scritto a dicembre 2011
A
una settimana dal consiglio dei Ministri dello scorso 4 dicembre, la situazione
è chiara a tutti: l’età media dei lavoratori italiani si alzerà. Questo perché
un numero considerevole di baby boomers, i “ragazzi” nati negli anni seguenti
il 1948, dovrà aspettare più del previsto per raggiungere il momento agognato
della messa a riposo.
In
prima battuta i detrattori di questa decisione chiamano in causa il rischio di
disoccupazione giovanile: sembrerebbe infatti evidente che la permanenza di
anziani al lavoro rappresenta un vero e proprio tappo che impedisce l’accesso
di giovani. Altri scherzano sul fatto che gli uffici dovranno essere dotati di
cateteri ed altri equipaggiamenti ad uso geriatrico.
Più
o meno serie, tutte queste posizioni esprimono, oltre ad una naturale
opposizione ad una norma che prevede un allungamento della vita lavorativa
obbligatoria, il timore che il permanere per più tempo al lavoro rappresenti
uno sforzo difficilmente supportabile per i lavoratori.
Di
fronte a questi timori degli individui quali debbono essere le preoccupazioni
delle organizzazioni ed in particolare delle aziende?
Di sicuro non si potrà semplicemente far finta
di niente, e né la prolungata aspettativa di vita, né le norme sui lavori
usuranti potranno ovviare ad un dato di fatto: nei prossimi anni le
organizzazioni dovranno fare i conti con un certo numero di lavoratori un po’
più stanchi di lavorare, un po’ più demotivati e sicuramente delusi di come
sono andate le cose. Le organizzazioni
che occupano questi “mancati pensionati” potranno scegliere tra due diversi
atteggiamenti: subire il problema passivamente, oppure prenderlo in mano e
gestirlo.
Così
come hanno già timidamente cominciato a fare alcuni enti pubblici, anche le
aziende saranno chiamate ad impegnarsi nella gestione del cosiddetto
invecchiamento attivo in azienda: un mix di tecniche motivazionali, revisione
dei processi organizzativi e attenzione alle esigenze di un individuo che vede
progressivamente ridurre il proprio potenziale, le proprie forze. L’Italia non
sarà sola in questo percorso, già avviato in molto altri paesi europei, dove la
questione di un ruolo attivo degli anziani nella società è stato posto da
tempo, non solo in risposta ad una prolungata vita lavorativa bensì come
elemento di una civiltà caratterizzata da un importante crescita
dell’aspettativa di vita.
Ma
questo potrebbe non bastare ancora. In alcune attività lavorative, il crescere
dell’età diventa un vero e proprio ostacolo. A quel punto potrebbe rendersi
necessario un processo di mobilità verso lavori più adatti a persone anziane.
Un processo non facile da gestire, per la necessità di prevedere azioni
orientative e formative, che le aziende non sono sicuramente in grado di
gestire da sole. Gli enti formativi e quelli che si occupano di collocamento
lavorativo, pubblici o privati che siano, dovranno diventare attori attivi in
questo processo.
In
conclusione, è evidente che una misura, come questa decisa dal governo, non
porta semplicemente un risparmio, ma impone anche di cercare soluzioni a nuove
problematiche. Il mondo imprenditoriale, abituato a raccogliere le sfide, saprà
farlo anche in questa occasione. E’ fondamentale che non venga lasciato solo. E
soprattutto, tutti gli attori dovranno muoversi molto velocemente. Infatti, la
Commissione Europea ha sancito che il 2012 sia l’Anno dell’Invecchiamento
Attivo. Questo significa che saranno dedicate molte risorse per affrontare il
tema. Vi saranno incontri e convegni, ma verranno previsti anche finanziamenti
per sperimentare soluzioni, attivare servizi, consentire un invecchiamento
attivo che dia il massimo di soddisfazione agli individui e diventi una
opportunità anche per le aziende.
07 febbraio 2012
Ammortizzatori sociali in Europa
Riporto questo articolo, con qualche riserva sulla fonte, ma perché sembra essere un buon spunto di riflessione
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